Felis silvestris è il nome scientifico del gatto selvatico, una specie affascinante e misteriosa che ha catturato l’interesse degli amanti della natura per secoli. Questo felino è il progenitore dei gatti domestici. In particolare i gatti domestici discendono dal gatto selvatico africano, addomesticato e addestrato dall’uomo per allontanare dai campi i piccoli roditori.
In Italia vive il gatto selvatico europeo (felis silvestris silvestris), una sottospecie del gatto selvatico che abita le foreste dell’Europa centrale, orientale e occidentale.
Habitat ideale
Il gatto selvatico europeo predilige habitat forestali, boschi misti e aree montuose con abbondante copertura vegetale. Sono noti per essere adattabili e possono sopravvivere in vari tipi di habitat, compresi boschi di latifoglie, conifere e macchia mediterranea. Vivono anche i zone paludose e costiere. Questi felini sono maestri nell’arte del camuffamento, il che li aiuta a cacciare con successo nella vegetazione densa.
In Italia, il gatto selvatico è presente nelle aree interne di diverse regioni del centro e del meridione. Mentre è confermata la presenza del felino in Sicilia, non si ha la certezza che viva anche in Sardegna. Nonostante sia il felino più diffuso in Italia, si stima che il numero di esemplari di Felis silvestris silvestris presenti nella nostra nazione non superi attualmente gli 800 individui. In Italia così come in tutta Europa, la riduzione del numero di esemplari è attribuibile a quattro cause in particolare.
- Perdita di Habitat: La deforestazione, l’urbanizzazione e la trasformazione del territorio per scopi agricoli hanno portato alla perdita e alla frammentazione degli habitat naturali del gatto selvatico.
- Incrocio con Gatti Domestici: l’incrocio tra gatti domestici e gatti selvatici è una minaccia significativa per la purezza genetica del gatto selvatico. Questo fenomeno può portare a una perdita di caratteristiche uniche della specie e alla diminuzione della sua capacità di sopravvivenza in natura.
- Caccia Illegale: in passato, il gatto selvatico è stato oggetto di caccia illegale, spesso a scopi commerciali o per il suo trofeo. Anche se le leggi sulla caccia al gatto selvatico sono state rafforzate e il suo abbattimento è vietato, la caccia illegale può ancora costituire una minaccia.
- Collisioni con Veicoli: le collisioni con veicoli rappresentano una minaccia per il gatto selvatico, specialmente nelle aree in cui le strade attraversano il suo habitat. Questi incidenti possono causare ferite gravi o la morte degli individui.
Ma esploriamo gli aspetti che contribuiscono maggiormente a rendere affascinante questa specie.
Biologia
Il gatto selvatico è più grande di un gatto domestico. La sua lunghezza corporea varia da 55 a 75 centimetri, con una coda aggiuntiva di 25-40 centimetri. Il peso di un adulto varia da 2 a 5 chilogrammi, con le femmine generalmente più leggere dei maschi.
La testa del Felis silvestris silvestris ha una forma triangolare con orecchie di dimensioni relativamente grandi, terminanti spesso con punte nere o grigie. Il naso ha una carnagione rosa.
Il corpo è snodato e muscoloso, ideale per il movimento agile e per la caccia. Le zampe sono relativamente lunghe e sottili, con artigli retrattili affilati per catturare e immobilizzare la preda.
La coda è spessa e coperta da anelli scuri, che possono essere un indicatore utile per l’identificazione. La coda è solitamente lunga e aiuta nell’equilibrio e nella comunicazione visiva.
Il mantello è generalmente grigio o rossiccio con striature scure, che forniscono un’eccellente mimetizzazione nell’ambiente boschivo.
Il gatto selvatico è noto per il suo comportamento schivo e notturno. Sono solitamente animali solitari e territoriali, con un’area vitale che può variare da 1 a 50 chilometri quadrati, a seconda delle risorse disponibili. Questi felini sono estremamente territoriali e utilizzano le marcature urinarie e le impronte come mezzo di comunicazione con altri individui.
Alimentazione
È un mammifero carnivoro. Caccia piccoli mammiferi come roditori, conigli, uccelli, insetti e occasionalmente pesci. Sono noti per essere cacciatori abili e utilizzano il loro acuto senso dell’udito e della vista per localizzare e catturare la preda.
Riproduzione
La stagione degli accoppiamenti dei gatti selvatici europei varia in base alla regione e alle condizioni climatiche. Dopo una gestazione di circa 60-70 giorni, le femmine danno alla luce una cucciolata di solito composta da 2-4 cuccioli. Questi cuccioli vengono allattati dalla madre e iniziano a cacciare da soli a circa 5-6 mesi di età. Animale che ama vivere da solo: anche in fase di riproduzione la coppia sta per poco tempo insieme. Una volta avvenuto l’accoppiamento il maschio torna a condurre una vita solitaria, lasciando alla femmina tutte le responsabilità genitoriali.
Conservazione
Per proteggere questa specie unica, sono stati intrapresi sforzi significativi di conservazione in molti paesi europei, compresa l’Italia. Questi sforzi includono la creazione di riserve naturali, la promozione dell’educazione ambientale e la promulgazione di leggi per vietarne la caccia.
In conclusione, il gatto selvatico è una specie affascinante che gioca un ruolo importante negli ecosistemi in cui vive. La sua distribuzione globale, biologia, abitudini e caratteristiche uniche lo rendono un soggetto di grande interesse per gli studiosi della natura. La conservazione di questa specie è cruciale per preservare la biodiversità e garantire che il gatto selvatico europeo possa continuare a vagare nei boschi e nelle montagne italiane per le generazioni future.
Il gatto selvatico: dove vive e perché rischia di estinguersi
Il gatto selvatico: dove vive e perché rischia di estinguersi
linkografia immagini
(creative commons) https://www.flickr.com/photos/big-ashb/16396244646
2 Comments
Eli · 21 Aprile 2024 at 0:04
Non credo sia tanto la trasformazione del territorio per scopi agricoli un pericolo per il gatto selvatico, che può aggirarsi ugualmente nelle campagne, anche se abitate dall’uomo o da altri animali, ma che non hanno stravolto l’ambiente naturale, quanto piuttosto la trasformazione del territorio in ambiente urbano, propriamente cittadino, sia un deciso elemento stressante ed una decisa perdita di habitat.
orniinfo · 23 Aprile 2024 at 12:17
Il pericolo che è più legato alla trasformazione del territorio per scopi agricoli è la presenza dell’uomo che spesso porta con sé animali domestici tra cui il gatto domestico, il quale inizia a competere per il territorio allontanando il selvatico e riducendo così il suo habitat. Un altro serio pericolo è la possibile ibridazione tra il domestico e il selvatico, o peggio ancora l’addomesticamento del selvatico da parte dell’uomo. Grazie Eli per il suo commento.