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La riproduzione dei canarini è un evento affascinante per un allevatore, che nell’arco di un anno ha concentrato tutte le sue risorse in allevamento per le coppie destinate a mettere al mondo i nuovi alati.
Dopo una buona e saggia preparazione alle cove, l’allevatore è in grado di capire quando le coppie sono pronte ad affrontare un periodo che è alquanto impegnativo per i neogenitori. Vari segnali da parte del maschio e della femmina ne saranno la conferma.
Come capire se i canarini sono pronti alla riproduzione
La preparazione dei maschi è diversa da quella delle loro compagne; infatti, il canarino maschio deve andare in estro e bisogna lavorare sulla vivacità, sul desiderio di accoppiarsi.
Le canarine sono molto più sensibili al fotoperiodo: generalmente una femmina che gode di almeno 12 ore di luce è pronta alla riproduzione.
I canarini vanno osservati, il loro comportamento può dare dei segnali-chiave che indicano che sono pronti a riprodursi. Che tu abbia deciso di tenerli separati o meno, la coppia è pronta ad affrontare la riproduzione nei seguenti casi:
I maschi cantano in maniera stridula, con le ali abbassate lungo i fianchi; alcuni cominciano quasi a danzare irrefrenabilmente sul posatoio. Il pube risulta più evidente.
Le femmine sentono il bisogno di costruire il nido, quindi iniziano a strappare la carta dal fondo della gabbia o le osservi con delle piume nel becco; la zona della cloaca risulta più gonfia e visibile.
Il fotoperiodo: ecco quando iniziare le cove
Per chi alleva all’esterno è fondamentale una durata del giorno, intesa come ore di luce solare, di almeno 12 o 13 ore. A metà marzo in Italia, all’inizio della primavera, le condizioni di luce iniziano ad essere adatte alla riproduzione, mentre le temperature cominciano a crescere leggermente.
Chi ospita le gabbie in un ambiente chiuso riesce a gestire le cove indipendentemente dal fotoperiodo naturale, grazie all’illuminazione artificiale. Per ciò si utilizzano apparecchi elettronici che regolano la luce, detti centraline “alba e tramonto”. Avere a disposizione meno di 12 o 13 ore di luce risulterebbe un vero problema per i pulli: la notte sarebbe troppo lunga e loro rimarrebbero troppe ore privati dal cibo.
La gabbia da cova
Le gabbie da cova sono le più utilizzate dagli allevatori nel periodo degli amori. Le dimensioni della gabbia vanno dai 45 ai 90 centimetri di lunghezza. Esse dispongono di una griglia interna rimovibile, che va inserita a discrezione dell’allevatore al centro della gabbia. Questo “separé” divide maschio e femmina e viene usato per far conoscere la prima volta la coppia, per capire se c’è il giusto affiatamento tra i due soggetti.
Nella gabbia va inserito un nido specifico per canarini, in plastica o in vimini: esso si presenta a forma di coppetta. Esistono nidi interni e esterni; alcuni allevatori inseriscono sia un nido interno che un nido esterno, lasciando scegliere alla canarina il preferito. Infine, nella gabbia va inserito un porta-juta, che conterrà abbastanza juta per costruire un nido.
L’accoppiamento dei canarini
Al canarino basta una copula per fecondare la femmina. Questa deporrà fino a 7 uova – in genere 4 o 5, a volte anche 8 ma è davvero una rarità – che schiuderanno dopo un paio di settimane.
Ogni uovo deposto ha bisogno di essere covato dai 13 ai 17 giorni per schiudersi. Molti allevatori preferiscono usare il metodo della sostituzione delle uova per far sì che i pulli nascano tutti lo stesso giorno.
I canarini novelli sono in grado di mangiare da soli dopo circa un mese di vita, alcuni anche dopo poco più di 20 giorni. I novelli che mangiano autonomamente vanno separati dai genitori che possono partire per un’altra covata di successo.
Tutti gli articoli sulla riproduzione dei canarini qui sotto:
Le basi della riproduzione dei canarini: il fotoperiodo e le gabbie da cova
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